Breve storia dell’industria cartaria: dalla produzione al riciclo
La carta è un materiale che ha rivoluzionato la capacità umana di registrare, condividere e preservare le informazioni. Ma com’è nata? La storia del ciclo produttivo della carta e dell’industria cartaria è antica di millenni e caratterizzata da innovazioni costanti.
Di seguito vediamo come siamo giunti alla carta che oggi conosciamo, dalla sua invenzione in Cina agli attuali metodi di produzione e riciclo, fase cruciale in ottica di sostenibilità aziendale.
Storia della carta: dalla sua invenzione alle innovazioni a Fabriano
La storia della carta inizia in Cina: fu inventata durante la dinastia Han intorno al 105 d.C., secondo la tradizione dal funzionario di corte Tai Lun; anche se esistono alcune prove di forme primitive di carta create già nel II secolo a.C. Inizialmente, la carta era fatta di fibre di canapa e corteccia di albero, mescolate con acqua e poi pressate e asciugate. Si diffuse rapidamente in Cina e poi in altre parti dell’Asia, come il Giappone e la Corea, sostituendo il papiro e il bambù come principale supporto per la scrittura.
In Occidente la carta iniziò a diffondersi grazie alle rotte commerciali e alla presenza degli Arabi, che appresero i segreti della sua fabbricazione grazie ai cartai cinesi. La prima cartiera della storia fu appunto costruita a Samarcanda. Gli artigiani arabi lavoravano la carta procedendo in primo luogo alla sfilacciatura e alla macerazione degli stracci in acqua fino ad ottenere un impasto omogeneo, in cui poi immergevano un setaccio che tratteneva le fibre macerate lasciando filtrare l’acqua. I fogli ottenuti venivano quindi pressati, asciugati e ricoperti di una pellicola di amido di riso per renderli più reattivi all’inchiostro.
Durante il Medioevo in Europa la produzione di carta prese piede e molte cartiere furono fondate in paesi come l’Italia, la Francia, la Germania. In Italia ci furono vari tentativi di modificare la tecnica araba con l’obiettivo di migliorarla e adattarla alle risorse locali. In particolare, i cartai a Fabriano, nelle Marche, introdussero importanti innovazioni:
- Meccanizzarono la molitura degli stracci mediante l’impiego di magli idraulici, riducendo i tempi di produzione dell’impasto;
- Introdussero la collatura dei fogli con gelatina animale, un additivo sgradito agli insetti;
- Inventarono la filigranatura dei fogli.
La carta italiana, di qualità migliore e più economica rispetto a quella araba si impose velocemente in tutta Europa. Alla fine del Quattrocento l’invenzione della stampa a caratteri mobili portò a una notevole crescita della produzione di carta.
Il ciclo produttivo della carta nell’industria cartaria: dall’era industriale a oggi
L’industrializzazione portò alla diffusione dell’industria cartaria in tutto il mondo. Nel corso degli ultimi due secoli sono state inventate soluzioni tecnologiche che ne hanno costantemente perfezionato la produzione.
La produzione della carta nell’era industriale
Nell’Ottocento, la produzione subì significativi avanzamenti tecnologici, a partire dall’introduzione di macchinari che ridussero i costi e i tempi di produzione.
Già nel 1797, in Inghilterra, Louis-Nicolas Robert brevettò una macchina per la produzione continua di carta, che permise la produzione su larga scala. Il suo macchinario fu poi perfezionato agli inizi dell’800.
Tuttavia la limitata offerta della materia prima, gli stracci, impose la ricerca di nuove fonti. Nel 1844 in Sassonia Friedrich Gottlob Keller ottenne la pasta di legno meccanica sfibrando per la prima volta il legno con mole di pietra. Depositò il brevetto, che fu in seguito perfezionato, prima con l’introduzione dello sfibratore di Heinrich Voelter e poi con il trattamento chimico dei fogli.
L’impiego della pasta di legno portò alla produzione di massa della carta e la caduta del suo prezzo la trasformò in un prodotto di largo consumo. Di conseguenza giornali, quaderni, romanzi e altra letteratura divennero alla portata di tutti.
Come si produce la carta oggi
Oggi il processo produttivo della carta è articolato in diverse fasi.
Nella prima fase di spappolamento, la corteccia viene separata dai tronchi, ridotti in pezzi, attraverso strumenti appositi. Attraverso processi fisici e chimici vengono separate le fibre vegetali dei tocchi di legno, trasformandoli in pasta.
Le fibre di cellulosa possono contenere impurità e pigmenti che devono essere rimossi. Processi di pulitura e sbiancamento che utilizzano sostanze come il biossido di cloro o l’ossigeno eliminano le impurità e permettono di ottenere una pasta di cellulosa bianca.
A seguito di questi processi si ottiene una pasta composta da fibre in sospensione. La fase di pressatura prevede la riduzione della concentrazione di acqua per compattare maggiormente il foglio e migliorare la densità e consistenza della carta.
Si ottiene così una carta grezza che possiede già qualità assorbenti, ma non è ancora adatta alla scrittura o alla stampa. Il trattamento con diversi additivi permette di formare una patina sulla superficie dei fogli, in modo tale da raggiungere le proprietà desiderate.
Infine il foglio affronta un processo di essiccatura che prevede un’ulteriore riduzione di umidità: viene compresso da rulli riscaldati che applicano anche un’importante pressione, rendendo la carta ancora più liscia.
La carta può essere inoltre rifinita ulteriormente per migliorarne le caratteristiche di stampa o la resistenza, con trattamenti quali levigatura, calandratura o applicazione di rivestimenti superficiali.
Una fase molto importante: il riciclo della carta
Infine, nel ciclo produttivo della carta non si può dimenticare il riciclo.
La carta nasce dal legno, che è una risorsa fondamentale ma anche limitata. Il riciclo della carta – di cui GV Macero si occupa – permette di trasformare carta usata o scarto di carta in nuova carta, riducendo così il bisogno di tagliare alberi. Nella nostra epoca di cambiamenti climatici che stanno sconvolgendo l’ambiente, impiegare carta riciclata contribuisce a far diminuire il disboscamento, prevenire l’erosione del suolo e proteggere la biodiversità.
E presenta anche vantaggi economici: il costo della materia prima riciclata è notevolmente più basso di quello della pasta di legno e il riciclaggio riduce la quantità di rifiuti da trattare, i relativi costi di stoccaggio e l’inquinamento da incenerimento.
Come funziona il processo di riciclo della carta
Dopo la raccolta di carta usata, il processo inizia con la separazione della carta da altri materiali, come residui di plastica e metalli, e dalla sporcizia. Dopodiché viene pressata, legata in balle e inviata alle cartiere, in cui viene gettata nei pulper, macchine che riducono la carta in poltiglia per separarne le fibre.
Il processo successivo è la disinchiostrazione, che elimina inchiostri e stampe ancora presenti. La pasta di cellulosa può essere ulteriormente purificata per rimuovere qualsiasi impurità residua.
La pasta purificata viene stesa ed essiccata, pressata attraverso dei rulli, creando così fogli di carta pronti per essere reinseriti nel mercato.
GV Macero: al fianco delle aziende per il riciclo della carta
GV Macero effettua la raccolta, il trasporto, lo smaltimento e il suo riciclo della carta per conto di singole aziende, enti pubblici e centri di grande distribuzione organizzata. Negli anni si è specializzata in questo settore, fornendo un servizio completo organizzato in modo sistematico e in base alle esigenze specifiche del cliente.
Sia per lo smaltimento sia per il riciclo l’azienda impiega attrezzature moderne e al passo con le normative. La carta riciclata viene poi venduta, seguendo le peculiarità delle norme UNI EN 643.
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